Le politiche dell’Unione Europea per il Lifelong Learning (formazione lungo tutto l’arco della vita).

Cronologia:

  • 1995 Libro Bianco Cresson “Insegnare a imparare: verso la società cognitiva”.
  • Il 1996 è l’Anno Europeo del Lifelong Learning.
  • 1997: Trattato di Amsterdam, Artt. 149 – 150.
  • 2000: Consiglio europeo di Lisbona.
  • 2000: Consiglio europeo di Feira
  • 2000: Consiglio europeo di Nizza
  • 2001: Consiglio europeo di Stoccolma
  • 2002: Dichiarazione di Copenaghen
  • 2003: sotto-obiettivi di Lisbona – Comunicazione “Education and training 2010”
  • 2006: Lifelong Learning Programme (LLP)
  • 2010: Strategia Europa 2014-2020

Il concetto di Lifelong Learning nasce nel 1995 con il Libro Bianco Cresson “Insegnare a imparare: verso la società cognitiva”.

Esso definisce i 5 Obiettivi della società cognitiva:

  1. Comunicazione scuola-impresa

  2. Incoraggiamento delle competenze informatiche

  3. Insegnamento di 3 lingue (compresa quella madre)

  4. Lotta all’esclusione

  5. Maggiori investimenti nella formazione dei docenti:

la Finlandia è il paese che investe di più e le indagini OCSE hanno evidenziato come questo fattore sia direttamente correlato, in modo addirittura esponenziale, ai migliori risultati in termini di successo scolastico degli studenti

La programmazione europea si è posta il problema del riconoscimento dei crediti della formazione non formale-informale (mostre, teatro, auto-apprendimento nel contesto lavorativo…)

In Norvegia ad esempio esiste un sistema che valuta e certifica l’apprendimento non formale, dando crediti che permettono l’accesso a vari percorsi formativi.

In Italia esiste la necessità di lavorare alla certificazione degli apprendimenti informali, creando agenzie di certificazione, anche nell’ottica della mobilità transnazionale, quindi in base a un quadro di riferimento europeo.

L’Europa invita gli stati a studiare percorsi modulari per l’apprendimento compensativo, al fine di rimediare ai “buchi” della formazione scolastico dovuti a abbandono o carenze relative alla scuola stessa. In quest’ottica già rientrano le scuole serali e, in parte, i centri Eda.

1997: Trattato di Amsterdam, Artt. 149 – 150. Si definiscono le competenze di base come competenze minime per godere delle opportunità della “Cittadinanza attiva”.

Cittadinanza attiva: possibilità di esercitare i diritti e i doveri del cittadino europeo e di accedere a tutte le opportunità comuni.

Competenze di base e trasversali: tecniche e linguistiche di base + “soft skills” (problem solving, relazionarsi alla diversità…).

Iniziative: Indagine PISA – organizzata dall’OCSE in 24 paesi; in questo periodo è in atto anche in Lombardia e varie scuole vi sono coinvolte; è una ricerca sulle competenze di base degli studenti di 15 anni.

Politiche europee per la Formazione e le Risorse UmaneMarzo 2000: Consiglio europeo di Lisbona. Definizione dell’obiettivo strategico dell’Europa: entro il 2010 dovrà essere l’economia basata sulla conoscenza più dinamica del mondo, per competere con le grandi potenze economiche USA e Giappone, realizzare una crescita economica sostenibile e una maggiore coesione sociale.
La globalizzazione, l’imminente allargamento e le sfide lanciate dalla nuova economia basata sulla conoscenza impongono la definizione di una strategia per creare le infrastrutture del sapere, promuovere l’innovazione e le riforme economiche, modernizzare i sistemi di istruzione.

Per promuovere il Lifelong Learning sono fissati 4 obiettivi politici trasversali:

  1. Elaborare framework nazionali che contengano e inquadrino tutti i titoli e le qualifiche rilasciate a tutti i livelli

  2. Attuare misure per valutare e convalidare l’apprendimento non formale ed informale

  3. Creare sistemi di orientamento per promuovere l’apprendimento permanente

  4. Attuare iniziative per promuovere la mobilità transnazionale

La combinazione di queste misure promuove l’attivazione di percorsi flessibili di formazione, favorendo il trasferimento dei risultati dell’apprendimento da un contesto di apprendimento all’altro e da un paese all’altro.

 –  Per approfondire le tematiche di Lisbona la Commissione Europea propone a tutti gli stati membri il Memorandum sull’istruzione permanente. 

Esso contiene la seguente definizione operativa: l’apprendimento permanente comprende “tutte le attività di apprendimento realizzate su base continuativa, con l’obiettivo di migliorare le conoscenze, abilità, competenze”. La politica di promozione dell’apprendimento per tutto l’arco della vita si basa sulla consapevolezza delle istituzioni che tra i loro compiti vi è quello di facilitare l’esercizio da parte di tutti i cittadini di ogni età, ceto, o condizione professionale di formarsi, apprendere e crescere sia umanamente che professionalmente, per l’intero arco della vita.

Nel Memorandum si sostiene che è urgente agire perché:

   1.   ci sono discrepanze tra la scuola e le richieste dal mondo del lavoro. Vi è un deficit di competenze funzionali di cui spesso il soggetto non si rende conto (ad es., tutti pensano di saper leggere, ma molti non sono in grado di cogliere  senso di quello che leggono; tutti pensano di saper fare moltiplicazioni ma molti nella pratica non sanno che calcoli devono fare per capire qual è lo sconto applicato a un prodotto; molti pensano di sapere l’inglese, ma non sanno utilizzarlo per gestire situazioni pratiche.) L’OCSE ha fatto un’indagine (anche in Lombardia) sulle competenze linguistiche e di base degli adulti (“Adults skills…”).

    2.   c’è decremento demografico

    3. complessità sociale e politica

    4. cambiamenti produttivi

Vi si definiscono gli obiettivi dell’istruzione permanente:

  1. cittadinanza attiva

  2. inserimento sociale

  3. capacità di inserimento professionale

  4. realizzazione personale

I 6 messaggi chiave del Memorandum:

  1. nuove competenze di base per tutti (cultura tecnologica, scienze, lingue, spirito d’iniziativa, attitudine al sociale, imparare ad apprendere in autonomia, capacità di aggiornamento…)

  2. investimento nelle Risorse Umane (deve aumentare l’importanza del ruolo delle parti sociali, non solo dello stato e dell’impresa; necessità di accordi quadro; flessibilità)

  3. innovazione nelle tecniche di insegnamento e apprendimento (nel 2015 gli insegnanti saranno troppo pochi, si dovrà investire molto nella formazione insegnanti.)

  4. valutazione risultati dell’apprendimento (v. progetto PISA; si dovrà soprattutto rispondere alla domanda di riconoscimento della formazione acquisita, anche nell’ottica della mobilità transnazionale)

  5. orientamento e consulenza professionale (perché sarà sempre più frequente trovarsi nella posizione di dover ridisegnare la propria mappa professionale)

  6. apprendimento più accessibile dal punto di vista geografico (potenziamento TIC, FAD)

Sull’onda del fermento nato a Lisbona vengano attuate altre iniziative:

–  Rapporto del Consiglio Europeo sui sistemi di insegnamento in Europa

–  Database delle opportunità di apprendimento

  Programma eLearning

–  Portfolio Europass (trasparenza delle competenze nella mobilità – validità transnazionale)

2002: La Dichiarazione di Copenaghen afferma la necessità di promuovere la cooperazione nel campo dell’istruzione professionale.

Sottolinea la necessità di un unico sistema di riferimento.

I centri National Reference Point sono già presenti in alcuni paesi europei, non in Italia.

In Italia l’agenzia di riferimento sarà l’Isfol, e a livello locale ci si dovrebbe appoggiare a strutture preesistenti quali i centri per l’impiego e per l’orientamento.

Secondo me è importante anche che nel frattempo le varie scuole e agenzie formative lavorino per creare un sistema integrato sul territorio in modo da riconoscere reciprocamente i crediti degli studenti in vista di accessi, percorsi e traguardi ad hoc. (es. ragazzo straniero che studia in un liceo e fa un corso di lingua italiana in un centro Eda: il liceo dovrebbe poterglielo riconoscere; le norme esistono, manca la volontà da parte delle scuole di creare reti).

Il format apparso sul sito dell’UE nel 2004 contiene:

Cv europeo

Mobilipass (esperienze di studio all’estero)

Supplemento al certificato

Portfolio lingue (una patente europea sulle lingue, con uno standard di riferimento europeo, che permette una lettura trasparente, uno schema condiviso)

– Problema del riconoscimento dei titoli nei paesi dell’Unione

Università: è in atto il “processo di Bologna”: le università stanno creando delle reti informali per i riconoscimenti interuniversitari, processo riconosciuto e ufficializzato nel 2006

Professioni regolate: ad es. commercialisti, avvocati, bisogna chiedere l’equipollenza nel paese ove si intende lavorare; da quest’obbligo sono escluse le professioni a riconoscimento automatico (medici, architetti, farmacisti, dentisti, veterinari…)

Professioni non regolate: soggette alle regole del mercato.

Obiettivo strategico di Lisbona (società della conoscenza): nel maggio del 2003 si sono declinati dei sotto-obiettivi:

  1. far sì che l’abbandono scolastico non superi il 10%

  2. Far sì che aumentino del 15% i laureati in matematica e scienze

  3. far sì che aumenti del 22% la percentuale di studenti che hanno completato gli studi di secondo grado

  4. Far diminuire la percentuale di bassa alfabetizzazione tra i quindicenni.

 

– Da questa riflessione è scaturita la Comunicazione dell’11 novembre 2003 “Education and training 2010”.

Le Cause:

  1. investimenti carenti nelle RU

  2. abbandono scolastico

  3. esclusione sociale

  4. elevato costo individuale della formazione

Le Leve:

  1. Non disperdersi in mini-riforme, concentrare gli investimenti nelle aree cruciali

  2. mettere a punto strategie globali per il Long Life Learning (anni sabbatici, permessi, spazi formativi…)

  3. creare un quadro di riferimento europeo per le qualifiche nel campo dell’istruzione superiore e della formazione professionale, e contrattarne l’adesione con gli stati (l’obiettivo è la trasparenza, l’utilizzo di uno schema condiviso)

Le 2 caratteristiche dei documenti europei sono

    • lo sviluppo della professionalità

    • lo sviluppo della PERSONA: le competenze trasversali hanno un ruolo molto forte

Ma non tutte le politiche nazionali si sono mosse in questo senso.

La riforma Moratti (Legge 53) per es. costituisce un passo avanti nella misura in cui prescrive un portfolio interno alle scuole di base che riguarda non solo le lingue ma anche le competenze trasversali. Ma non ci sono standard di riferimento; i giudizi sono soggettivi e autoreferenziati, quindi senza aggiungere nulla alla trasparenza.

 

lifelonglearning programme ueIl Lifelong Learning Programme (LLP), chiamato anche Programma di Apprendimento Permanente, costituisce il nuovo strumento di finanziamento della Commissione Europea per il periodo 2007-2013, nei settori dell’istruzione e della formazione, destinato a subentrare e integrare i diversi programmi comunitari che, in tali ambiti, sono stati operativi per il periodo 2000-2006, ossia eLearning, Leonardo da Vinci per l’istruzione e la formazione professionale e Socrates (declinato in Comenius per la formazione scolastica, Erasmus per la formazione universitaria, Gruntvig per la formazione permanente). L’obiettivo di contribuire, attraverso l’apprendimento permanente, alla creazione di una società avanzata basata sulla conoscenza, in grado di favorire uno sviluppo economico sostenibile e una maggiore coesione sociale all’interno dell’UE, deve essere perseguito, secondo l’LLP, attraverso le seguenti azioni:

1. azioni a supporto degli scambi di individui,

2. scambi tra istituti,

3. collaborazioni tra Paesi,

4. incentivazione di una maggiore partecipazione di persone di tutte le età all’apprendimento permanente, incluso quelle con esigenze particolari o appartenenti a categorie svantaggiate.

L’architettura del Programma di apprendimento permanente 2007-2013 si completa con il Programma Trasversale, incentrato su obiettivi legati all’intero processo dell’apprendimento permanente. E’ quindi una sorta di ponte sui quattro “pilastri”, i programmi settoriali Comenius, Erasmus, Leonardo e Grundtvig ed ha una funzione di collegamento e complementarietà, per sostenere le attività finalizzate a raggiungere gli obiettivi politici dell’LLP,mentre eLearning non esiste più come programma a sé stante, ed è ormai organicamente integrato in ognuno dei programmi settoriali

Il Programma Trasversale presenta due obiettivi specifici:

1. promuovere la cooperazione europea in settori relativi a due o più programmi settoriali
2. promuovere la qualità e la trasparenza dei sistemi di istruzione e formazione degli Stati membri.

Esso si sviluppa in quattro attività chiave: 1. Politiche di cooperazione e innovazione, 2. Lingue, 3. Nuove tecnologie, 4. Disseminazione e utilizzo dei risultati. i

La conclusione di questo primo decennio (2000-2010) avviene in concomitanza con un periodo particolare per il contesto economico europeo e mondiale, di crisi generalizzata. La scelta dei temi degli obiettivi della Strategia Europa 2014-2020 viene quindi influenzata dal nuovo contesto economico-sociale e dalle esigenze espresse dalle Regioni sulla base dell’esperienza acquisita grazie alla Strategia di Lisbona.

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i   DECISIONE N. 1720/2006/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 15 novembre 2006 che istituisce un programma d’azione nel campo dell’apprendimento permanente.
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